La stagione autunnale, in Israele, è una stagione ricca di festività che vengono vissute intensamente da adulti e bambini. Molte famiglie che risiedono all’estero scelgono di tornare in Israele in questo periodo, per vivere le feste nella loro Terra Santa. L’afflusso è davvero incredibile ed è per questo che, in particolare il mese di ottobre, è considerata altissima stagione.
Da pochi giorni sono terminate le festività del capodanno ebraico, Rosh Ha-Shanah.
Diversamente dal nostro capodanno, Rosh Ha –Shanah è un giorno di riflessione e di rinnovamento spirituale.Secondo la tradizione, in questo giorno il Signore esamina gli uomini e ne valuta le azioni buone o malvagie compiute nel corso dell’anno.
Anche chiamato “Yom Ha Din”, il giorno del giudizio, porterà, dopo sette giorni, al Yom Kippur, ossia il giorno dell’espiazione, ultimo dei “dieci giorni penitenziali”.
Rosh Ha-Shanah , come indicato nella Torà, è “un giorno di suono strepitoso”, per questo, un altro dei nomi di questa festa è “Yom Teru’a”, ossia il giorno del suono dello Shofar (il grande corno), simbolo del richiamo all’uomo verso il Signore.
Rosh Ha-Shanah è inoltre detto “il giorno del ricordo”; secondo la tradizione Dio, proprio in questa data, ha finito la Sua opera con la creazione di Adamo, il primo uomo.
In questa giornata è usanza per gli ebrei raggiungere il mare o un corso d’acqua e recitare delle preghiere svuotandosi le tasche, per compiere quanto scritto nel libro biblico di Michà: “Getterai i nostri peccati nelle profondità del mare”.
Per la festa di Rosh Ha-Shanah si usa mangiare cibi il cui nome o la cui dolcezza possa essere ben augurante per l’anno a venire. Il pane tipico della festa ha una forma rotonda, simbolo della corona di Dio e anche della ciclicità dell’anno. Con l’augurio che l’anno nuovo sia dolce, si usa mangiare uno spicchio di mela intinta nel miele. Si usa anche piantare dei semini di grano e di granturco, in segno di prosperità.
Al termine di questo periodo di purificazione, con il Yom Kippur, termina il periodo di purificazione.
Pochi giorni dopo, la festa di Sukkot apre un periodo di festa.
Storicamente, Sukkòt ricorda le capanne che gli antenati costruirono durante la loro permanenza nel deserto, come riferisce la Torà (Lev. 23): “Nelle capanne risiederete per sette giorni… perché le vostre generazioni sappiano che in capanne ho fatto stare i figli d’Israele, quando li ho trattati dalla terra d’Egitto”.
Un’altra festa gioiosa è quella di Hanukkah, la festa delle luci.
La festa è tanto attesa soprattutto dai bambini, che nei giorni precedenti preparano le lampade di tutte le forme, misure e materiali possibili. In questo giorno, in ogni parte del mondo ebraico, candele e lampade ad olio vengono accese ed esposte per essere visibili a tutti. Questa festa, l’unica a non aver radici nella Bibbia, ha importanza per il messaggio che porta: la vittoria della luce sul buio, del bene sul male.
La ricorrenza è stata infatti stabilita dai Maestri del Talmud e ricorda un avvenimento accaduto in Israele, nel 168 a.e.v.
Antioco Epifane di Siria, della dinastia seleucide, erede di una piccola parte dell’Impero appartenuto ad Alessandro Magno, voleva imporre la religione greca alla Giudea. I suoi obiettivi furono però contrastati da Mattatià, sacerdote di Modiin, della famiglia degli Asmonei, che con i suoi sette figli, scatenò la rivolta. Il tempio fu riconquistato 3 anni dopo e il giorno della riconsacrazione, in cui avvenne il “miracolo dell’olio” è proprio l’evento che viene celebrato nell’attuale festa di Hannukah.
In quel giorno nel tempio fu trovata una sola ampolla di olio puro con il sigillo del Sommo Sacerdote…per la preparazione di olio puro (quello raccolto dalle prime gocce della spremitura delle olive) erano necessari otto giorni!
Ed ecco cosa avvenne: l’olio che poteva bastare per un solo giorno, fu invece sufficiente per otto giorni. I Sacerdoti ebbero quindi il tempo di prepararne dell’altro nuovo. In ricordo di quel miracolo, i Saggi del Talmud istituirono una festa di ringraziamento al Signore della durata di 8 giorni: Hanukkà, il cui significato, letteralmente è “inaugurazione”.
La prima sera della festa si accende un lume su un candelabro speciale a nove bracci, e ogni sera, per otto giorni, se ne aggiunge uno in più. Questo candelabro si chiama Chanukkià; può avere diverse forme ma è importante che i supporti delle otto candele siano tutti allineati alla stessa altezza mentre il nono, lo shammash, quello che serve per accendere gli altri lumi , deve essere in una posizione diversa.
In occasione di questa festività, si fanno regali ai bambini; il più diffuso sono le trottoline che riportano le iniziali della frase: “Un grande miracolo è avvenuto lì”.
Poiché uno dei precetti che riguardano questa festa è quello di “rendere pubblico il miracolo”, si usa accendere queste luci esponendole alla finestra che affaccia sulla strada in modo che i passanti le possano vedere e quindi conoscere e ricordare il miracolo che avvenne a quel tempo.
Nel 2019 la festività di Hannukah inizia il 22 dicembre e termina il 30 dicembre, la città di Gerusalemme si illumina per 8 giorni di una suggestiva atmosfera di festa.
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Mi chiamo Giorgio Fascio, ho una passione per i Beatles (la mitica Abbey Road!) e per i viaggi, soprattutto per quelli che ti portano alla conoscenza del mondo, della sua storia e quindi alla riscoperta di te e di qualcosa che, in fondo, ti appartiene. Sono un piccolo artigiano del viaggio e, insieme ai miei collaboratori, curo ogni creazione come se fosse unica, perché unica e speciale è l’aspettativa che ogni viaggiatore sente dentro di sé.